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Etiopia: Salini: Progetto Gibe III Non Minaccia Tribù Suri

February 7, 2013
Source
La Stampa

 

Rapporto Oakland Institute parla di abusi e violazioni diritti

Roma, 7 feb. (TMNews) - Replicando al rapporto diffuso dal think tank americano Oakland Institute, la Salini costruttori specifica che il progetto idroelettrico Gibe III, a cui l'azienda partecipa, non minaccia la tribù dei Suri. " E' con fermezza - dice la Salini - che denunciamo la nostra totale estraneità ai fatti riportati". 

"Il progetto idroelettrico di Gibe III - afferma una nota della Salini - è situato lungo il fiume Omo a circa 470 km da Addis Abeba nella regione SNNP (Southern Nations Nationalities & Peoples), mentre la tribù dei Suri (o Surma) vive nell'estremo sud dell'Etiopia nella zona Bench Maji vicino alla frontiera del Sudan (vedi mappe allegate) Nel confermare che non ci sono espropri in corso attualmente nell'area del progetto Gibe III, la Salini sottolinea invece "i numerosi vantaggi di un progetto che contribuirà in maniera fattiva allo sviluppo del paese (6500 GW/h) e offrirà lavoro a circa 4000 famiglie". 

Oggi il think tank americano Oakland Institute ha detto che la costruzione di una diga nella Bassa Valle dell'Omo, nel sud dell'Etiopia, minaccia la vita di alcune "delle tribù più rare e tradizionali del continente africano". Il rapporto dell'Oakland Institute riferisce di diffuse violazioni dei diritti umani, con leader tribali imprigionati, decine di persone uccise e l'intervento dell'esercito contro quanti si oppongono alla realizzazione del progetto Gibe III da 2 miliardi di dollari. 

Nel documento si ricorda che nella valle, riconosciuta dall'Unesco come Patrimonio dell'Umanità per l'unicità dei suoi gruppi culturali ed etnici, vivono circa 200.000 agricoltori, il cui sostentamente dipende dal fiume Omo, che scorre dall'altopiano etiope fino al Lago Turkana, al confine con il Kenya. Rimasta immutata per migliaia di anni, oggi la vita di queste popolazione viene distrutta dal progetto di Addis Abeba di trasformare la valle dell'Omo in una grande centrale idro-elettrica capace di sostenere lo sviluppo agricolo di vasti appezzamenti di terra già assegnati ad aziende straniere. Iniziata alla fine del 2006, la costruzione della diga è affidata alla società italiana Salini Costruttori. 

Nella valle sono già stati inviati oltre 2.000 soldati e gran parte della valle è ormai vietata agli stranieri. "Ma le prove raccolte negli ultimi mesi da un ricercatore dell'Oakland Insitute indicano che trasferimenti, omicidi e repressioni sono ormai diffusi", sottolinea oggi il quotidiano britannico Guardian, precisando come sia impossibile verificare le notizie di abusi riportate nel rapporto. 
Tuttavia, anche Survival, l'associazione che si occupa della tutela delle popolazioni tribali in tutto il mondo, ha denunciato nelle scorse settimane come il progetto Gibe III minacci di "distruggere un ambiente ecologicamente fragile e le economie di sussistenza legate al fiume e ai cicli naturali delle sue esondazioni". 

"Sull'ambizioso e controverso progetto idroelettrico pesano le accuse di gravi violazioni delle leggi etiopi e delle convenzioni internazionali - ha sottolineato Survival - ciò nonostante, la Industrial and Commercial Bank of China (Icbc), la più grande banca commerciale cinese, ha accettato di finanziare parte della sua costruzione", mentre nel 2010, dopo alcuni studi preliminari di valutazione, sia la Banca Europea per gli Investimenti (Bei) sia la Banca Africana di Sviluppo (Afdb) hanno fatto sapere di non essere più interessate a finanziare il progetto. 

Survival ha quindi lanciato un appello ai potenziali finanziatori perchè non sostengano il progetto "fino a quando non saranno stati effettuati studi di impatto ambientale e sociale completi e indipendenti, e finché non saranno state informate e adeguatamente consultate tutte le popolazioni locali coinvolte, cui è riconosciuto il diritto di dare al progetto il loro libero, prioritario e informato consenso".